Daltonismo, un difetto di natura prevalentemente genetica

Il daltonismo consiste nell’incapacità, totale o parziale, di distinguere i colori a causa, principalmente, di un’alterazione delle strutture fotosensibili a livello della retina.

Il termine “daltonismo” deriva dal chimico John Dalton, il quale per primo scrisse un articolo in cui esponeva il problema derivato dalla sua cecità cromatica.

Gli esseri umani percepiscono i colori grazie a tre coni della retina sensibili al rosso, al verde e al blu. Nei daltonici uno o più coni sono difettosi e non permettono la percezione dei rispettivi colori.

Daltonismo: le principali cause genetiche

Il gene implicato nel daltonismo, malattia recessiva, è posto nel cromosoma sessuale X. Questo significa che la cecità cromatica non è trasmessa direttamente dal padre affetto al figlio, ma una figlia portatrice potrebbe trasmettere la malattia al nipote.

Trattandosi di una malattia legata al cromosoma X, da una madre sana ed un padre daltonico, tutte le figlie femmine avranno un cromosoma X sano (dalla madre) ed un altro cromosoma X difettoso (dal padre). Per questo motivo, solitamente, il daltonismo è trasmesso ad ogni altra generazione (dal nonno al nipote).

È raro, ma non impossibile, che la malattia colpisca le femmine; se madre e padre sono daltonici, anche la prole sarà daltonica indipendentemente dal sesso.

È possibile che il daltonismo possa manifestarsi anche dopo la nascita: le patologie che colpiscono occhi, retina, cervello, nervo ottico e alcune componenti chimiche, potrebbero causare forme di cecità cromatica più o meno gravi.

Nei casi di daltonismo extra-genetico l’alterazione cromatica percepita può essere reversibile e/o intaccare solo una parte del campo visivo.

Quali sono le tipologie più comuni di daltonismo?

La forma più comune di daltonismo è la cecità rosso-verde. I soggetti affetti non sono in grado di distinguere i due colori perché le lunghezze d’onda del rosso e del verde, rispettivamente medie (700 nm) e lunghe (540 nm), sono percepite come identiche.

Una qualsiasi immagine verde su sfondo rosso non è distinta dai soggetti daltonici. Per i daltonici è indispensabile un accostamento particolare di colori, che escluda l’abbinamento rosso-verde.

Il daltonismo è considerato una malattia legata al sesso. Ciò vuol dire che i geni posti a livello dei cromosomi sessuali X sono i responsabili della cecità cromatica: la malattia, infatti, colpisce soprattutto i maschi (XY) e meno le femmine (XX).

Non tutti i daltonici percepiscono i colori allo stesso modo. Nelle forme più lievi e più frequenti di daltonismo, le persone percepiscono i colori, ad eccezione del rosso, del verde, del blu, del viola e del giallo. Spesso i daltonici non distinguono il rosso ed il verde, che risultano come una sorta di marrone.

La forma più grave di daltonismo, detta anche acromatopsia, consiste in una vera e propria cecità al colore: chi ne è affetto vede tutto in bianco e nero. Normalmente una persona sana può ridurre su un monitor la percentuale di rosso, verde e blu, fino all’eliminazione. Al contrario, un daltonico, che non distingue i 3 colori, ha una visione monocromatica, in bianco e nero.

Se il soggetto non percepisce uno dei 3 colori primari, ha una visione bicromatica, diversa a seconda della tinta interessata.

L’insensibilità al rosso è detta protanopia, quella al verde deuteranopia e a blu, violetto e giallo tritanopia.

L’insufficiente insensibilità al rosso viene definita protanomalia ed al verde teranomalia o deuteranomalia.

La tritanomalia riguarda la scarsa sensibilità ai colori blu, violetto e giallo.

Come scoprire e come correggere il daltonismo

Non esiste una cura per questo disturbo visivo. Oggi è possibile correggerlo con una montatura speciale.

Se non ci sono casi in famiglia, può essere difficile accorgersi del disturbo in età infantile.

Il daltonico, infatti, non avendo mai visto i colori pensa che la sua visione sia perfetta e non si accorge del malfunzionamento degli occhi.

Spesso è l’oculista con alcuni test a riconoscere il difetto visivo oppure viene scoperto quando il bambino (o la bambina) comincia a frequentare la scuola.

Si può diventare daltonici anche a seguito di un trauma o di una lesione al nervo ottico, a causa di un uso eccessivo di alcol e droghe, sigarette o per la cataratta.

Il daltonismo può essere corretto con l’uso di apposite lenti a contatto, con occhiali e con applicazioni per smartphone.

Le lenti a contatto per daltonici sono dotate di filtri speciali che accentuano i contrasti, permettendo una visione simile a quella delle persone non daltoniche.

Lo stesso avviene per le lenti degli occhiali per daltonici che interrompono alcune frequenze rendendo distinguibili i colori che normalmente si sovrappongono e si confondono.

Le applicazioni, invece, possono aiutare a trovare colori che si combinano in modo armonico, a dare il nome appropriato a varie tonalità o ad “aggiustare” alcuni colori in modo tale che le persone daltoniche possano riconoscerli.

Le caratteristiche degli occhiali per daltonici

Gli occhiali per daltonici hanno delle lenti speciali colorate, le quali permettono di distinguere i colori con più facilità. Non si tratta di una cura, ma di un modo per avere una visione più accurata e più dettagliata, perché si aumenta la sensibilità al colore.

Con questa montatura si ha una riduzione della confusione nel vedere le tinte e funziona quattro volte su cinque.

Si stima che circa l’8% della popolazione soffre di daltonismo ma c’è una percentuale di persone che potrebbe avere un difetto molto lieve e per cui ignorarlo.

Le lenti degli occhiali per daltonici filtrano alcune lunghezze d’onda della luce, spegnendo i coni ed aumentando la sensibilità al colore. In questo modo si riduce la confusione sulle tinte.

Gli occhiali possono non dare a tutti una visione nitida e perfetta, ma sicuramente la miglioreranno consentendo un apprezzamento del colore.

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